Chi ha tempo non aspetti tempo
Decalogo per non finire in Zeitnot
un contributo di Emanuele Lanni
Se è vero che il tempo è la Quarta Dimensione dell'universo, negli scacchi il
tempo che scorre sull'orologio è la Terza Dimensione della scacchiera.
Ci sono posizioni e partite le cui mosse non possono essere appieno comprese, se
non si conosce la posizione delle lancette sull'orologio. Troppo spesso ci si
dimentica di questo quando si commentano le partite riportate "su carta"... e
troppo spesso si dà al "fattore tempo" una importanza limitata, usandolo
perdipiù come giustificazione delle proprie sconfitte.
Tutti i giocatori che perdono punti in Zeitnot, anzichè invocare la "sfortuna"
o "le cappelle in ritardo di tempo", dovrebbero effettuare una revisione critica
della propria gestione del fattore tempo, individuando i propri punti deboli e
cercando di correggerli, a tutto vantaggio del loro punteggio ELO.
Se si vuole evitare di perdere punti in Zeitnot, ci sono solo due strade da
scegliere:
- 1) Migliorare la qualità del proprio gioco in Zeitnot.
- 2) Evitare di finire in Zeitnot.
Lascio volentieri una discussione sul punto 1) a qualcuno che sappia come sia
possibile migliorare il proprio gioco quando si è in ritardo di tempo.
Personalmente sono incline a pensare che, a parte il generico consiglio di
"allenarsi nel gioco lampo" (che ha anche le sue controindicazioni), non ci sia
poi molto da fare. Chi gioca male in Zeitnot ha speso problemi non facili da
risolvere, molto spesso legati al carattere (emotività) più che non alla forza
scacchistica: e penso che anzichè cercare di risolvere questi, sia molto più
agevole 'aggirarè l'ostacolo evitando di finire in Zeitnot.
L'argomento del discorso diventa quindi: "Pensare il giusto per pensare meglio",
ovvero "Come non andare in ritardo di tempo neanche contro Anand(*)".
La prima cosa che occorre chiedersi è questa: "Perchè vado in ritardo di
tempo? Mi succede sempre o solo in posizioni molto complicate? Mi accorgo di
quanto penso o mi ritrovo in Zeitnot quasi all'improvviso, come qualcuno che
guardando l'orologio si accorge ad un tratto essere in gravissimo ritardo?"
Una risposta netta a queste domande dovrebbe portare già a qualche utile
riflessione.
Chi gioca spesso partite complesse e poi perde punti in Zeitnot, ad esempio,
potrebbe provare a cambiare un pò lo stile di gioco, quantomeno evitando le
complicazioni quando la posizione delle lancette non lo renda consigliabile.
Per quanto riguarda coloro che pensano "senza accorgersi del tempo che passa",
poi, probabilmente debbono migliorare il loro modo di analizzare una posizione
complessa (vedi seguito). Al limite, possono mettere al polso un
orologio-sveglia. 
Situazioni particolari a parte, comunque, è utile osservere delle regole
'Generalì da usare per chi vuole evitare di finire in Zeitnot.
Eccovi in conclusione il
DECALOGO PER NON FINIRE IN ZEITNOT
Regola 1: Convincersi che non andare in Zeitnot è VERAMENTE importante.
Fate un'analisi delle vostre partite di torneo e se, conteggio dei punti persi
alla mano, capite che lo Zeitnot è vostro Nemico, decidete di combatterlo con
ogni mezzo una volta per tutte (se invece lo Zeitnot è il vostro pane, potete
anche smettere di leggere).
Una volta che avrete capito quanti punti può valere il fatto di risparmiare
tempo "prima", i vostri tempi di riflessione si restringeranno quasi
automaticamente, e vi sarà più naturale l'applicazione delle regole che
seguono.
Regola 2: Se una mossa è unica, muovere immediatamente.
Quante volte vi è capitato di mettervi ad analizzare se il cambio appena fatto
dal vostro avversario era buono, quando la vostra risposta era forzata?
E
quante volte, pur avendo un'unica mossa di re, avete cercato di calcolare le
prossime mosse del vostro avversario usando il VOSTRO tempo?
Se la mossa è chiaramente unica, fatela: prima ancora di scrivere la mossa
dell'avversario sul formulario! Sì bisogna tirchieggiare anche sui secondi:
potrebbero diventare di valore inestimabile.
Regola 3: Risparmiate tempo in apertura.
Pensare in apertura, specie nelle prime mosse, non ha senso alcuno. A meno che
non siate incappati in qualche sorpresa imprevista, potevate decidere PRIMA, ad
orologio spento, le stesse cose che vi stanno facendo consumare tempo ORA.
Decidete dunque prima della partita, in maniera CHIARA e nella maniera più
esaustiva possibile, quali saranno le mosse da giocare; e poi fatele senza
esitazione.
Cercate di avere una preparazione in apertura tale da evitare per quanto
possibile le mosse da voi non previste (e non è indispensabile avere una
conoscenza mnemonica dell'apertura per fare questo). Non sto dicendo di
prevedere "tutte le varianti"... solo di perdere un pò di tempo, quando
preparate l'apertuta, per prevedere quello che vi è possibile. Ad esempio, se
giocate la spagnola col bianco dovreste già avere un'idea di cosa rispondere a
3...Cge7, anche se non avete il tempo di studiarvela. E questa non dev'essere
una cognizione mnemonica, ma basata sulla conoscenxza dei principi generali
dell'apertura.
Mi rendo naturalmente conto che le varianti sono in numero spropositato, che
spesso non è facile ricordare tutto, etc. Ma d'altro canto, quante volte vi è
capitato di vedere gente che pensa 5 o 10 minuti per impostare una Spagnola
muovendo 3.Ab5? Mi è capitato di vedere GM pensare decine di minuti SULLA
PRIMA MOSSA, e ancora mi sto chiedendo che senso avesse la cosa (ma per loro,
comunque, può darsi che sia diverso).
Regola 4: Darsi una cadenza.
Calcolare a priori il valore medio della durata di ogni mossa è una buona idea.
Non tanto perchè si debba pensare lo stesso tempo per ogni mossa, ci
mancherebbe altro, ma per valutare rapidamente e con esattezza il rapporto tra
tempo rimanente e numero di mosse ancora da fare, e regolarsi di conseguenza.
I tipici cerchietti o linee sul formulario ogni dieci mosse, ad esempio nel caso
delle 2hX40 mosse, sono molto utili, perchè dicono a colpo d'occhio quanto
avete pensato: se siete in media (mezz'ora ogni dieci mosse, nell'esempio) o in
ritardo di tempo (o in vantaggio: ma se siete sempre in vantaggio di tempo non
dovreste stare qui a leggere).
Va da sè che quando vi accorgete di essere 'sottò, la vostra cadenza dovrà
necessariamente accelerare: ricordatevi dei punti persi in passato!
Regola 5: Pensate sul tempo dell'avversario.
Facile a dirsi, ma spesso difficile a farsi. Una volta fatta la mossa si tende a
rilassarsi, magari ci si alza e si fa un giretto per le altre scacchiere, si
vanno a vedere i GM. etc. Poi si torna sulla scacchiera e magari si trova
l'avversario che ha già mosso e l'orologio avanti di dieci minuti: spreco
inaccettabile!!
Così non va. Il Ritardatario Cronico è destinato a soffrire, a morire se
necessario, sulla scacchiera. Fatta la mossa egli continuerà a pensare
imperterrito, analizzando magari il seguito più probabile COME SE L'AVVERSARIO
AVESSE GIà RISPOSTO.
Se proprio ci si vuole sgranchire le gambe, ci si posizioni in piedi DIETRO
l'avversario, continuando a pensare: spesso guardare la scacchiera da una
angolazione diversa può essere molto utile.
Per coloro che hanno bisogni fisiologici, poi, è necessario portarsi da casa
un... no, forse qui sto un pò esagerando.
Regola 6: Annotare il tempo di riflessione.
Questo non sempre è utile (anzi, fa perdere tempo ^_^). Però è cosigliabile
farlo le prime volte che si gioca con l'idea di non andare assolutamente in
Zeitnot; specie a coloro che non riescono a definire bene i motivi per i quali
finiscono spesso in ritardo di tempo.
Regola 7: conviene la Ponzata?
Credo fu Paolo Bagnoli che utilizzò per primo il termine 'Ponzatà per indicare
una pensata particolarmente lunga, particolarmente frequente ai tempi in cui nei
Tornei non esisteva l'orologio (bei tempi...).
In ogni caso, ancora oggi non è raro che nelle posizioni particolaremnte
complicate si utilizzi ben più di mezz'ora per una singola mossa. Ora, non è
facile dire, così in generale, "limitatevi". Ci saranno sempre situazioni
cruciali in cui è effettivamente opportuno pensare molto.
Però è anche vero
che ci sono casi in cui, parlando sempre in generale, è particolarmente
opportuno cercare di "darsi una mossa" (ehehe...doppio senso!). Questi casi
sono:
- 1) Se si stanno oltrepassando i 10 minuti di tempo rimanente con più di 10
- mosse da giocare,
- 2) Se si ha una buona mossa che dà un chiaro vantaggio, ma si sta cercando ad
- ogni costo di vincere definitivamente in situazioni complicate,
- 3) Se ci si rende conto che si sta cercando di trovare qualcosa per vincere o
- per pattare perchè "si sente" che esiste, ma ancora non si sa bene quale mossa
- sia (e il tempo passa...)
- 4) Se la posizione al termine delle varianti che stiamo analizando rimane
- comunque complicata. Tanto vale allora risparmiare il tempo per "dopo"!
Regola 8: migliorare la propria capacità di analisi.
Personalmente credo che allenarsi per imparare ad analizzare meglio sia il
miglior modo di migliorare per qualunque giocatore di scacchi, rapido o lento
nel muovere che sia.
In ogni caso, chi arriva in Zeitnot di frequente ha sicuramente qualche problema
in più degli altri in tal senso, e dovrà quindi a maggior ragione impegnarsi
nel migliorare il proprio modo di analizzare una posizione complicata.
Regola 9: non regolarsi sul tempo rimanente all'avversario.
Questo è un mio parere personale, del tutto opinabile: non è corretto
giudicare se il tempo che ci rimane è "tanto" o "poco" basandosi anche sul
numero di minuti rimasti all'avversario. La cadenza da usare dovrebbe essere,
IMHO, indipendente dal tempo rimasto all'avversario.
Casomai, il tempo che ci rimane può essere 'rivalutatò o 'svalutatò in base
alla complessità della posizione (posizione più complessa = il tempo vale di
più; posizione lineare o strategica = posso anche essere in ritardo di tempo,
ciò mi danneggerà meno).
A meno di casi molto particolari con zeitnot furiosi (in cui non saprei cosa
consigliare), dunque, è meglio ignorare un eventuale ritardo di tempo
dell'avversario, continuando a pensare con la solita cadenza.
Regola 10: disperato intervento manuale.
Se nonostante la severa applicazione delle regole precedenti continuate
irrimediabilmente a finire in Zeitnot disperato, non vi resta che usare il
metodo dell'aggiustamento manuale.
Si tratta in breve di riuscire, quando nessuno guarda, a girare la levetta posta
sul retro dell'orologio, che comanda la posizione della lancetta dei minuti, in
modo da guadagnare molto tempo in pochi istanti.
Con un poco di allenamento a casa si potrà acquisire la manualità giusta, ma
rimane il problema di distrarre l'avversario che, notando la manovra, potrebbe
permalosamente non gradirla. Dato che il metodo "guarda, un asino che vola!" è
piuttosto in disuso (troppo conosciuto), piazzare un amico in posizione
strategica con un poster di Claudia Schiffer da aprire al momento opportuno
potrebbe essere un'idea interessante, ma si accettano consigli (anche sul nome
della Top-Model). Così riesco anche a sapere chi ha letto tutto fino alla
fine...
Emanuele
"Penso, dunque sono.
In Zeitnot."
(*) Come molti sapranno, Vishy Anand è soprannominato "L'uomo che muove più
veloce della sua ombra".
Prologo di Emanuele Lanni
Zeitnot in letteratura di Giuseppe Arabito
Zeitnot secondo Nunn di Edoardo Bonazzi